VIOLA NOCENZI, LA SCELTA E LA VERITÀ

Di Gino Morabito

Virtuosa del pianoforte, laureata in Filosofia del linguaggio, con una passione sfrenata per il cinema d’essai e lo shopping. Una donna fortemente dicotomica, Viola Nocenzi, che ha dentro di sé l’ambivalenza tra nuvole e terra.

Per la cantautrice, figlia del fondatore della storica band Banco del Mutuo Soccorso, il secondo libro. Pubblica “Poesie da parati” (Edizioni Pendragon) con introduzione di Alessandro Bergonzoni.

«Anche il titolo è un’idea di Alessandro. Sono poesie che nascono dal desiderio di velare per poi svelare. Scritte tutte dentro casa, parlano di ciò che vedo dentro e fuori, sia in termini fisici che metaforici.»

Dunque esserci al di là dell’essere.

«È l’essere mentre non si è e il non essere mentre si è. Un’agevolazione di questa narrazione viene proprio dalla copertina del libro dove ci sono io, immobile e allo stesso tempo in continuo movimento attraverso le linee.»

Una raccolta di componimenti in versi, ancora la seducente bellezza della parola.

«Ancora di più. Perché l’ho scoperta attraverso la poesia contemporanea, un genere letterario che si avvale molto della sottrazione e della pienezza dei pochi termini ricercati, dentro quei grandi spazi voluti.»

Non testi di canzoni, bensì partiture.

«Quelle parole sono note. Ho vissuto questo atto creativo come Natura, che poi si estende alla cultura. Il prolungamento di un bisogno ancestrale dell’anima. Come intendo la scrittura di una melodia.»

Porta nella sua nuova avventura una partecipazione corale di eccellenza: Eugenio Finardi, Angelo Branduardi, Giovanni Caccamo, Frida Bollani Magoni, Cosimo Damiano Damato.

«Questi artisti sono prima di tutto persone con le quali, in parte, sono cresciuta e ho condiviso esperienze. Mi hanno letta con grande disponibilità, sposando l’intento delle mie poesie e approvandolo appieno.»

Non ha mai fatto mistero dell’amore che nutre nei confronti di suo padre.

«Non mi è mai capitato di sentirmi ingabbiata nell’epiteto “figlia di Vittorio Nocenzi”! Anzi riconosco tutte le opportunità che ho potuto avere. Non tanto legate alle conoscenze ma alla crescita. Cioè, riuscire a frequentare un ambiente culturalmente, artisticamente, musicalmente variegato, è stata una grande occasione di vita.»

Non rincorre gli slogan finti dell’apparire. Per Viola Nocenzi l’unico atto etico e rivoluzionario possibile è duplice: la scelta e la verità.

«La possibilità di non conoscere l’infinito, che siamo e che ci avvolge, è la costante del mio pensiero. Ciò che mi porta a trasformare i dolori imparando l’accettazione e l’accoglimento.»

Fuori dagli schemi abituali, è in grado di sorprendere, spesso sul finale, scartando dalla linea narrativa che ci si aspetta, per una “figura” diversa da quella attesa. Ed è meraviglia.

«È il volersi e potersi ricordare quel senso di stupore continuo delle prime volte. Ed è l’invito che rivolgo attraverso le mie poesie.»

www.musicaintorno.it

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